a cura di Maurizio Zarpellon

 

Nel tempo rimasto a mezz’aria, stiamo vivendo in raccoglimento e attesa, chi serrato nella propria abitazione, i più fortunati con un terrazzo o un giardino, chi nell’impossibilità di abbandonare un lavoro a servizio della comunità; chi come noi nel dover seguire i ritmi della natura, altrimenti sarebbero perdite incalcolabili. Viviamo un tempo sospeso, tra il prima e quello che verrà. Per noi, in vivaio, questo tempo è comunque un momento di frenetica attività. Le piante non possono attendere, la primavera procede spedita e son fiori e foglie che aprono in una meravigliosa sequenza. Forse mai come quest’anno, noi giardinieri, possiamo assaporare attimi che altrimenti ci vedrebbero distratti, non insensibili, ma presi (come tutti) dal correre su e giù per i giardini che accudiamo e per i giardini che normalmente in primavera realizziamo.

I pruni, i meli, qualche magnolia, un tappeto di viole che dai vasi ha pensato bene di fuggire tra il selciato, le profumatissime daphne, mazzi di ellebori trionfali; Lillà bianchi, rosa, viola scuro scuro, tutti con un loro carattere, la loro fragranza; pulsatille e altri anemoni primaverili: mentre aprono fiori e gemme, si srotolano foglie e la linfa riprende come un fiume in piena tutti i suoi percorsi, le sue vene, e unisce ancora la terra al cielo. Noi leghiamo e aiutiamo i rami nella giusta direzione, caviamo erbe poco gradite e concimiamo dove serve, spostiamo vasi e vasetti, a decine, a migliaia, ricordandoci di quanto siamo cresciuti in questi anni. Come un albero accudito e ben nutrito, siamo passati dalla grezza adolescenza, dove gli errori sono diventati piccole virtù, superando gli ostacoli e adattandoci come radici che scivolano attorno ai sassi. Come un albero sano e sicuro, ora rifioriamo e mai come quest’anno vorremmo fare frutti e dare ombra ai viandanti.
Ma è un tempo sospeso che ci fa parlare e agire diversamente, un momento che ci fa fluttuare nell’aria, nella lunga pausa, nell’indugio che vogliamo non rimanga ansia e apprensione ma che ci trasformi bene come il tempo migliora un elisir, come la crisalide che poi volerà via colorata e diversa. Un augurio a chi ci conosce e a chi vorrà conoscerci, un augurio anche a chi non incontreremo mai, a tutti quelli che in questa strana primavera sognano fiori, giardini e farfalle danzanti.

Torna su