L’importanza della diversità

a cura di Maurizio Zarpellon

Ci sono parole complesse, entrate nel lessico comune e utilizzate perlopiù in contesti sociali, politici ed economici che con i concetti originari hanno poco da spartire. E’ il caso di “biodiversità”, dove il termine sta ad indicare la differenza o diversità (dal latino diversitas e dal greco bios: quindi “vite diverse”) di organismi viventi in un dato ecosistema o ambiente. Ora per esempio se ne fa un gran uso nelle conferenze di tipo economico, soprattutto quando si tratta di agricoltura, coltivazioni e allevamenti; oppure nel caso del politico di turno che si propone come paladino dell’ambiente mentre illustra idee e intenzioni legate al miglioramento delle condizioni umane, quindi in definitiva facendo attenzione ad una sola specie, quella umana.

Chi ha a cuore il proprio giardino dovrebbe conoscere l’enorme potenziale racchiuso in quel pezzo di terra, appunto la biodiversità di specie animali e vegetali che possono o dovrebbero vivere in perfetto equilibrio, permettendo così una certa dose di “resilienza” o capacità di tornare a posto dopo un qualsiasi stress ambientale. Solo la ricca presenza di specie può garantire un futuro ad uno specifico habitat. Ma non è quello che sta avvenendo e di questo i giardinieri sono tra i primi a coglierne i motivi.

Innanzitutto il cambiamento climatico, probabilmente il principale imputato nella veloce perdita di biodiversità, sia che venga osservato il deserto del Sahara, sia le alture alpine e sia l’aiuola sotto casa. D’altro canto la biodiversità è anche l’antagonista principale al global warming: solo una adeguata riforestazione può influire con decisione all’aumentare dell’effetto serra, o in maniera più riduttiva: solo una adeguata copertura di alberi nelle città impedisce che queste si trasformino rapidamente in forni micidiali.

L’Italia, per sua conformazione geografica, per la sua enorme quantità di ambienti, dal clima artico delle cime più elevate delle Alpi, alle miti spiagge dove depongono le tartarughe, è lo scrigno di circa 68.000 specie di piante e animali, ovvero la metà di tutta la biodiversità europea e il 4/5 % di quella mondiale. Il nostro paese è però anche uno dei luoghi (a livello mondiale) dove la biodiversità è maggiormente messa a dura prova e dove urgono assolutamente azioni di salvaguardia. Le cose da fare sono innumerevoli e dipenderà solo dalle nostre scelte avere finalmente la prioritaria attenzione alla continua perdita di biodiversità. Questo a livello nazionale, oltreché mondiale.

Invece nel nostro piccolo, nell’orto, nel giardino, ma anche tra i vasi della terrazza, bisogna avere cura di favorire l’aumento o il miglioramento della biodiversità. Tutto sommato non è difficile: utilizzo di rimedi biologici, cura nella formazione di suolo e nel riciclo dei nutrienti, ricerca di specie vegetali che diventino anche casa e cibo per altri esseri viventi (uccelli, farfalle e mammiferi), diversificazione massima negli accostamenti vegetali che tenga conto non solo degli aspetti ornamentali, utilizzo consapevole della risorsa acqua. Solo così possiamo invertire la rotta che attualmente vede oltre la metà della superficie terrestre, dove vive il 70 % della specie umana, depauperata della biodiversità originaria e quindi nei prossimi anni probabilmente incapace di sostenere proprio … la vita umana.

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