a cura di Maurizio Zarpellon

Facciamo giardini per stupire, per meravigliare, ma anche per nutrire e non solo le nostre dispense. Facciamo giardini perché tutta la natura gioisca compresi quegli esseri volanti che senza di loro il mondo sarebbe silenzioso, meno colorato e certamente infelice. Parlo degli uccelli che nei giardini trovano spesso rifugio e nutrimento. Da parte nostra e con un minimo impegno possiamo facilitare la loro vita e tutto sommato trarne un vantaggio, che non è fatto solo di belle presenze ma pure del loro lavoro incessante nei confronti di molti insetti dannosi, dei quali nel periodo primaverile ed estivo si nutrono. Però c’è la stagione del freddo, magra e aggressiva, buia e per niente favorevole alla vita dei piccoli esseri. Alle conosciute mangiatoie dove porremmo miscele di semenze e semi oleosi, qualche panetto pronto di grassi e alimenti proteici, assieme alle cassette nido che verranno utili nel periodo primaverile per nidificare e aumentare la famiglia, ricordiamo che in giardino dovrebbero essere sempre presenti frutti e bacche ricercate da tutti gli uccelli, sia granivori che insettivori. Alle bacche dei sorbi, biancospini, viburni, prugnoli, rose canine, tassi ecc, si possono abbinare macchie o esemplari isolati di meli da fiore che dal mese di ottobre in avanti regaleranno lo spettacolo dei rami carichi di gustosissimi pomi rossi e gialli.

Non sono ovviamente meli adatti al consumo umano, troppo acerbi, duri e allappanti, ma rappresentano una bella riserva di cibo proprio nel momento del massimo bisogno: quando cioè tutti gli altri frutti avranno terminato il loro potenziale ecco che i meli, grazie al freddo invernale, saranno sufficientemente avvizziti e frolli da diventare un ottimo cibo energetico nonché nascondiglio per una miriade di larve che tenteranno di superare l’inverno all’interno della polpa. Dei meli da fiore poi non si discute la bellezza dei stessi frutti rossi che accendono l’inverno contrastando il candore della neve, quindi si addobberanno a festa nella primavera successiva con un trionfo di fiori rosa e bianchi, sia semplici che doppi, e dipenderà solo dalla scelta varietale, tra le numerose possibilità che possiamo offrire con la nostra collezione in vivaio. I meli da fiore sono quindi piante dalla duplice veste autunnale-invernale e poi primaverile, difficile privarsene dopo averli visti all’opera, tenendo anche conto della resistenza al freddo e ai luoghi più infelici, dai terreni acidi a quelli un po’ alcalini, dal pieno sole alla mezz’ombra, perfino in terreni molto argillosi, l’importante è evitare i ristagni di acqua, quelli si deleteri. E non finisce qui, i meli da fiore, grazie alla variabilità genetica e alla capacità di ibridarsi con estrema facilità, sono attualmente presenti in centinaia di varietà dai portamenti più disparati: ad alberello o arbustivi, globosi, fastigiati o colonnari, piangenti, alcuni anche adatti alla coltivazione in vaso per abbellire patio e terrazza. Il modo migliore per goderne forme e colori rimane comunque l’abbinamento in giardino con erbacee o arbusti bassi che li sappiano valorizzare. Un esempio: un gruppo di 3-5 Malus Evereste all’interno di una grande aiuola tappezzata di Muhlenbergia capillaris + Narcisi bianchi. In primavera nel momento della straordinaria fioritura dei meli (bianca) con il tappeto dei narcisi bianchi sembreranno un voluttuoso drappo nuziale, mentre dall’autunno alla prima neve saranno le migliaia di meline a fare da controcanto al tappeto rosso della Muhlembergia (“erba muhly” per gli americani) e tutte e due le stagioni diventeranno di gioia e stupore per chi avrà la fortuna di vedere la realizzazione.

 

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