Il giardino “secco”

a cura di Maurizio Zarpellon

Sgombriamo subito il tavolo da alcuni luoghi comuni. Il famoso “jardin sec” francese non è una novità e non è francese. Ancora un preambolo: ci aveva pensato, da alcuni milioni di anni, la natura stessa a fornire una adeguata schiera di piante adatte al clima asciutto, secco, privo o quasi di precipitazioni molte zone del pianeta, a cominciare dai deserti, litorali marini dove impazza la salsedine, alte quote battute costantemente da venti impetuosi e altri siti estremi sia per le alte che per le basse temperature. Di conseguenza l’agricoltura di sussistenza nata in quei luoghi è sempre stata attenta a utilizzare una vegetazione capace di sopravvivere con la poca o pochissima acqua a disposizione. Ma più precisamente oggi si definisce “giardino secco” una realizzazione legata al giardino mediterraneo, perché la maggior parte delle piante utilizzate è di provenienza mediterranea. Il termine è quindi spesso utilizzato come sostituto o in abbinamento a quello di “giardino mediterraneo”, ma quest’ultimo ha però sfaccettature più varie e interpretabili.
Tecnicamente, si tratta di accostare piante di sicura resistenza al terreno e al clima asciutto, facendo in modo che il loro sviluppo (soprattutto radicale) sia maggiore in profondità che non in ampiezza (e superficie), e che uno stato di pacciamatura conservi il più a lungo possibile l’umidità del terreno.
La ghiaia è un inerte che aiuta molto in questo tipo di giardino, utilizzata innanzitutto come pacciamatura distribuita intorno alle piante, diventa materiale che protegge e aiuta così come substrato calpestabile che prende il posto di altri materiali dedicato ai sentieri e infine un ottimo sostituto al prato.
Ciò non toglie che si possano utilizzare anche altri materiali adatti a proteggere il terreno dall’eccessiva traspirazione, e che possono fornire nel tempo un apporto di humus. E’ il caso del cippato di legna, quello comunemente utilizzato come materiale da riscaldamento (da non confondere con il pellets).
Un aspetto poco considerato è quello dell’irrigazione. E’ pur vero che stiamo parlando di giardino asciutto, ma bisogna capire bene le dinamiche di crescita della maggior parte delle piante che si andranno a coltivare. Sono quasi tutte specie che hanno la fioritura nel periodo primaverile o d’inizio estate, oppure d’autunno, quindi la loro maggior prestanza estetica in piena estate decade parecchio. Se però viene predisposta una irrigazione “di soccorso”, da utilizzarsi solo in caso di estate particolarmente siccitosa, che entri in funzione molto raramente ma con alto volume di acqua (in modo da stimolare la crescita delle radici in profondità…) si favorisce e si prolunga il miglior aspetto estetico durante i tre mesi più caldi del giardino.
Parlando di estetica appunto non possiamo che elogiare questa tipologia di giardino proprio per l’aspetto molto “attuale” legato ad alcuni ambienti stepposi, marginali, ventosi e proprio perché estremi ricchi di fascino e attrattiva. Inoltre la bellezza di un “giardino secco” sta anche nel messaggio di sostenibilità e biodiversità, che arriva diretto ad appassionati di giardini e convinti sostenitori del risparmio idrico come coloro che sono molto attenti al cambio climatico in atto.

Quali piante?
Un elenco completo non è possibile farlo, sono una enormità le erbacee perenni, gli arbusti o gli alberelli, adatti a vivere in ambiente asciutto, però possiamo citare alcuni generi di sicuro effetto. Il come distribuire e abbinare le specie è opera del progettista, che avrà cura di personalizzare il più possibile la forma, lo scheletro del giardino, al fine di renderlo estremamente vicino al “sentire” di chi lo potrà frequentare (e utilizzare) tutti i giorni.

Aromatiche: rosmarino, salvia, timo, elicriso, santolina, lavanda

Erbacee perenni: Achillea, Artemisia, Cotula, Dianthus, Erigeron, Euphorbia, Stachys, Teucrium, Veronica

Arbusti: Amelanchier, Abelia, Arbutus, Atriplex, Buddleia, Ceanothus, Cistus, Elaeagnus, Genista, Juniperus

 

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