La gratitudine del ciliegio

Il mio nome significa “grande bianco”, in considerazione dei miei vistosi fiori candidi che riempiono la chioma nel mese di aprile.
La mia fioritura provoca emozione, o almeno così raccontano gli esseri umani e uno di loro in particolare ha segnato la mia storia.

Collingwood Ingram botanico e giardiniere britannico – per svariati motivi dell’epoca, soprattutto legati alla guerra – ricamò un legame profondo tra le campagne inglesi e quelle del Giappone, la mia terra natia, campagne tanto lontane quanto similari.
La mia specie era considerata perduta sulle isole Nipponiche, fu solo grazie alla sensibilità di questo scrupoloso uomo Inglese che, prelevando talee da un vecchio esemplare ritrovato nel Sussex, ha reso possibile la mia propagazione e reintroduzione in Giappone e nel resto del mondo.

Sarò per sempre grato a questo cacciatore di piante che salvò i fiori di ciliegio del Giappone, un uomo che ebbe un occhio di riguardo per il regno vegetale durante un momento così difficile della storia.

(Prunus serrulata “Tai-Haku”)
 

 

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